La Toscana dell’innovazione che può e deve accelerare
La Toscana è da sempre un territorio di eccellenze diffuse: manifattura, cultura, ricerca, creatività imprenditoriale. Eppure, nel post-pandemia, la regione ha rallentato più della media nazionale in digitalizzazione, produttività e crescita delle imprese.
Nel suo intervento all’Università di Siena, Marco Bassilichi, vicepresidente di Base Digitale, un imprenditore con una storia che attraversa Bassilichi Spa, Nexi, Sesa e oggi Base Digitale; propone un modello concreto per rilanciare competitività, investimenti e innovazione tecnologica nella regione.
Un modello che nasce da 60 anni di esperienza nei servizi digitali, nei pagamenti e nella trasformazione dei distretti produttivi toscani.
Da Bassilichi a Nexi: la storia che spiega perché la Toscana deve “fare sistema”
Bassilichi Spa, fondata nel 1957, è stata tra le realtà pioniere dei pagamenti e dei servizi BPO. Nel 1985 arriva la prima svolta: trasformare una realtà familiare in un’azienda manageriale.
La seconda, decisiva, arriva nel 2016 con l’integrazione in Icbpi, poi diventata Nexi, oggi leader europeo dei pagamenti digitali.
Questa traiettoria insegna qualcosa che vale per tutta la Toscana:
L’eccellenza esiste. Ma è troppo frammentata. Senza sistemi, senza scala, non si compete.
La stessa storia, parallela e complementare, la ritroviamo in Sesa, nata nel 1973 per supportare i distretti produttivi toscani e oggi leader nazionale IT per le imprese.
Oggi, con Base Digitale, questa eredità continua: 1000 professionisti, 160 milioni di fatturato, soluzioni che integrano AI, cybersecurity, automazione e digital banking per accelerare la trasformazione delle imprese.
Il “problema dinamico” della Toscana: tre freni strutturali allo sviluppo
Secondo Bassilichi, ci sono tre cause principali del rallentamento post-pandemia:
- Microimprese eccellenti, ma senza scala e competenze manageriali
La Toscana è fatta di piccole aziende, spesso straordinarie, ma prive di risorse per investire in AI, cybersecurity, digitalizzazione.
- Trasferimento tecnologico troppo lento
Università e centri di ricerca sono tra i migliori del Paese.
Ma l’innovazione fa fatica a diventare prodotto, impresa, economia reale.
- Startup poche e poco sostenute
Le realtà innovative nascono, ma non trovano capitali e reti capaci di farle scalare.
Risultato: la digitalizzazione toscana è sotto la media nazionale e il divario è aumentato dopo il 2020.
Un modello operativo per rilanciare la competitività della Toscana
Bassilichi propone un approccio pragmatico, già applicato con successo in casi reali.
Step 1 – Conoscere i dati: l’Osservatorio sulle PMI
Var Group, società del gruppo Sesa, offre un Osservatorio permanente che analizza:
- stato di salute delle PMI,
- livello di digitalizzazione,
- trend di settore,
- competenze interne.
Senza dati non c’è strategia.
Step 2 – “Fare sistema”: associazioni come piattaforme di servizi
Le associazioni di categoria possono diventare:
- aggregatori di domanda di servizi digitali,
- intermediari per accedere ai finanziamenti,
- promotori di soluzioni comuni (AI, automazione, data science).
La logica è semplice: ridurre costi, aumentare scala, accelerare innovazione.
Step 3 – Capitali di rischio con “cartolarizzazioni light”
La proposta più innovativa riguarda l’accesso al credito:
- aggregare 50 PMI in un unico portafoglio;
- cartolarizzare il rischio;
- permettere alle banche di liberare liquidità;
- vincolare i finanziamenti all’uso di competenze locali o startup innovative.
Il finanziamento quindi non serve a “fare quello che si faceva prima”, ma a trasformare.
Il ruolo della politica industriale: partnership pubblico-privato che funzionano
Base Digitale: abilitare ecosistemi di innovazione
Con competenze mature nei pagamenti e nella gestione del rischio, Base Digitale si propone come facilitatore nei processi di:
- accesso al credito,
- digitalizzazione,
- AI applicata alle PMI,
- costruzione di modelli di ecosistema.
L’innovazione sostenibile non è uno slogan. È occupazione reale, tasse, ricerca, crescita stabile.
Conclusione: la Toscana non manca di talento, ma di sistemi e velocità
La regione ha tutto: competenze, storia, ricerca, imprese brillanti.
Ciò che manca è la capacità di muoversi insieme.
Se il territorio riesce a:
- conoscere i propri dati,
- fare sistema attraverso associazioni e reti,
- attrarre capitali con strumenti innovativi,
- valorizzare università e startup,
- usare l’AI come infrastruttura di crescita.
Allora la Toscana può tornare protagonista, non solo in Italia ma in Europa.
Il modello Bassilichi dimostra che questa strada funziona già.
Ora serve portarla a scala territoriale.